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Alla scoperta di Albinia

L'origine più poetica del nome Albinia sembrerebbe ricondurre al latino albus (bianco); questo perché nella zona di bianco c'erano le saline. Antichi documenti la citano invece come Alminia.

 

Inizialmente al centro abitato fu dato il nome Albegna che però veniva spesso confuso con il fiume omonimo. Per questo motivo venne cambiato in Albinia.

Il centro abitato di Albinia nacque negli anni del fascismo come frutto di un intervento di pianificazione territoriale che incluse la bonifica delle paludi del fiume Albegna. Il nucleo originario era costituito da una serie di abitazioni residenziali ad un piano, fatte costruire dall'ingegnere Bartolini per i propri operai, dalla stazione ferroviaria, da un'osteria, una dispensa, l'edificio del Consorzio di bonifica Osa-Albegna e l'imponente struttura del silo del Consorzio agrario provinciale.

 

Il moderno paese si sviluppò però soltanto a partire dagli anni cinquanta, quando con la riforma fondiaria del 1951 il territorio fu riorganizzato in poderi e il villaggio fu popolato con numerosi immigrati da province e regioni limitrofe. Albinia fu progettata come centro servizi di una vasta area rurale, come altre frazioni sorte allo stesso modo in quegli anni (Rispescia, Borgo Carige, Marsiliana) e nel 1957 venne consacrata la chiesa parrocchiale.

Roma mostra Ara Pacis

Roma mostra Ara Pacis

Insediamenti umani nella bassa valle dell’Albegna risalgono fin dai tempi più remoti, basta pensare che il Casale Brancazzi, dove furono rilevate le tracce di una frequentazione risalente al Paleolitico superiore, è sorto all’incirca nel 2000 a.C. mentre il vicino insediamento di pescatori risale al I° secolo a.C.

Nelle vicinanze anche la presenza di una zona adibita a fornaci riservate alla produzione di vasellame, in particolare di anfore vinarie, ma anche di mattoni e vasellame domestico.

 

L'indagine archeologica è stata avviata in seguito al ritrovamento di anfore vinarie rinvenute nel centro della Francia (allora antica Gallia) dove questi contenitori in cotto, dal porto fluviale e marittimo situato alla foce dell'Albegna, venivano trasferiti pieni di vino prodotto nelle zone collinari vicino ad Albinia, attestato dal “marchio di fabbrica” che ogni fornace imprimeva sui suoi prodotti.

Itinerarium Maritimum

Itinerarium Maritimum

La presenza di un approdo fluviale alla foce dell'Albegna è anche documentata nell'Itinerarium Maritimum del III sec d. C. (… Alminia, fluvius habet positionem, mpm VIIII) che conteneva le distanze tra i porti di rilievo del Mediterraneo occidentale, precisamente sulla rotta tra Roma e la Provenza.

 

Il porto era presumibilmente situato sulla riva sinistra del fiume, poco distante dall'attuale Torre delle Saline.

 

Certamente le valli tra dell'Osa e dell'Albegna, ed in particolare la zona della foce del nostro fiume, furono anche al tempo dei romani un importante crocevia e luogo d'incontro tra la strada consolare Aurelia e l'entroterra collinare dove esistevano realtà importanti come Heba, Marsiliana, Sovana e Saturnia.

 

Inoltre, va ricordato che a Campo Regio nel 225 a.C. avvenne la famosa battaglia che vide di fronte i Galli soccombere di fronte alle legioni romane condotte da Attilio Regolo e Emilio Papo.

In questo contesto storico Torre Saline, che è sicuramente la costruzione più tipica del posto, rappresenta il simbolo del paese ed il logo nella nostra società sportiva.

Torre delle Saline - Albinia

Torre delle Saline - Albinia

Questo complesso architettonico difensivo fu costruito nel 1469 da Giovanni Danesi per conto della Signoria di Siena. Restaurato più volte nel corso del tempo, fu indicato dallo storico e naturalista Emanuele Repetti come “Torre delle Saline” con funzioni di forte e dogana. Il nome della torre deriva dalla presenza nell'area di numerose saline che imponevano la necessità di difesa del luogo, al pari dei prodotti della campagna maremmana, soprattutto cereali, che venivano imbarcate alla foce dell'Albegna.

 

Il complesso è composto da un recinto quadrilatero costituito da una spessa muraglia con camminamento di ronda piuttosto largo in modo da poter sistemare anche l'artiglieria. Ai quattro spigoli si trovano: la robusta torre rivolta verso il mare, un piccolo bastione sullo spigolo opposto ed altri due bastioni in cui si trova una garitta circolare (una coperta a cupola e una scoperta). La parte basamentale del recinto presenta pareti a scarpa rafforzate negli spigoli e marcate da un cordolo di pietra. Il forte delle Saline presenta, quindi, una forma ibrida tra l'alta torre di stile medievale e le basse e robuste pareti del recinto rispondenti all'introduzione del cannone nell'arte militare che prescriveva la realizzazione di strutture architettoniche resistenti ai proiettili del nemico e tali da permettere l'uso del cannone mediante tiri radenti.

La bassa valle dell'Albegna, così come tutta la Maremma, anche nel secolo scorso è stata terra insana, malarica e per questo abbandonata: le terre erano lasciate al latifondo ed i proprietari, per di più nobili fiorentini, vi facevano sparute visite solo per incassare dai loro “ministri” (così si chiamavano allora i fattori) i proventi derivanti dal pascolo del bestiame oppure per partecipare a qualche cacciata ai cinghiali, alle lepri ed agli uccelli di palude.

Dagli storici ci viene riferito che viaggiatori stranieri, che si fermavano nella zona tra Albinia e Marsiliana per far riposare e ristorare i cavalli durante la calura estiva, abbiano definito la nostra piana “arida e brulla come quelle arabe...”.

I primi insediamenti abitativi avvennero verso il 1860 quando la località si chiamava “Albegna”. Solo dopo diversi anni dalla costruzione della Stazione ferroviaria, che avvenne nel 1864, fu chiamata “Albinia” che altro non è che l'antico nome del fiume come dimostrano alcuni vecchie mappe storiche del comprensorio.

All’inizio del “novecento”, nei pressi del passeggio a livello fu costruita una locanda che dava alloggio e ristoro ai viandanti: era gestita dalla famiglia Stagi, si chiamava “Poggio al Pero” ed era luogo di appuntamenti e convegni di cacciatori, barrocciai, saltimbanchi e quant'altro.

Ma solo a partire dagli anni cinquanta iniziò lo sviluppo del centro abitato, quando con la Riforma Fondiaria del 1951 il territorio fu riorganizzato in poderi dando grande impulso alle attività rurali e a tutte quelle connesse all'agricoltura. In questi anni il piccolo villaggio venne popolato da numerosi immigrati provenienti da province e regioni limitrofe. Bisognerà attendere la seconda metà degli anni '50 per far divenire Albinia un “vero” paese con tanto di chiesa parrocchiale, farmacia e banca!

La Chiesa di Maria Santissima delle Grazie è sede di parrocchia dal 1955 ed è stata completata nel 1957, con la consacrazione officiata l'8 aprile dello stesso anno. Il progetto è dell'ingegnere Ernesto Ganelli. La chiesa si presenta in uno stile semplice che richiama i lineamenti del neoromanico; all'interno è custodita una venerata statua di santa Rita, donata dal cavalier Tasso Tasselli, molto cara alla popolazione locale. Il complesso parrocchiale è costituito anche dalla casa canonica, l'edificio della scuola materna parrocchiale ed alcuni campi sportivi polivalenti.

La prima attività religiosa nella zona di Albinia risale al maggio 1949. Dal Monte Argentario i Padri Passionisti ne avevano la cura pastorale: la chiesa non era altro che una stanza del nuovo palazzo dell'Ente Maremma.

 

Nel 1954, a ricordo del centenario del Dogma dell'Immacolata, Monsignor Paolo Galeazzi Vescovo di Grosseto e Delegato Apostolico del Tratto Toscano dell'Abbazia delle Tre Fontane depositò la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale.

 

Il primo gennaio del 1955 lo stesso decretava l'erezione della Parrocchia di Maria SS.ma delle Grazie in Albinia, la cui giurisdizione comprendeva il territorio tra il ponte sulla Ferrovia di Talamone, il Tombolo di Giannella fino al Casale Spagnolo, le Quattro Strade, la Fattoria Parrina, il Canale Diversivo, la Barca del Grazi, fino a ricongiungersi alla Ferrovia fino al Ponte di Talamone: il decreto del Vescovo di Grosseto fu riconosciuto agli effetti civili con decreto del Presidente della Repubblica (Giovanni Gronchi) del 19 gennaio 1957 e registrato alla Corte dei Conti il 13 marzo 1957.

 

La Chiesa fu solennemente benedetta e consacrata il 7 aprile 1957 e nello stesso periodo fu eretta la casa canonica e i locali pastorali; quel giorno fu costituita canonicamente la Parrocchia di Maria Santissima delle Grazie ad Albinia  

 

Il 29 ottobre 1960 Monsignor Galeazzi affidava la parrocchia ai Padri Redentoristi allora presenti in Maremma.

 

L'11 giugno 1961 furono inaugurati, sotto la Chiesa e la Canonica, i nuovi locali destinati alla Scuola materna parrocchiale che il 01 ottobre 1961 con l'autorizzazione ministeriale iniziava la sua attività educativa.

 

Il 09 gennaio 1972 veniva inaugurato, a fianco della Chiesa, il nuovo complesso destinato alla Scuola Materna e Centro Formativo della Gioventù per iniziativa di Padre Antonio Di Stefano.

 

Il 14 maggio 1976 il Comune di Orbetello rilasciava a Padre Ugo Martino la licenza per la realizzazione di impianti Sportivi e ricreativi, che negli anni successivi hanno determinato la nascita (30 ottobre 1986) del Centro Unione Sportiva (CUS Albinia).

 

Nel 1979 il territorio abbaziale passa sotto l’amministrazione apostolica del vescovo di Sovana Pitigliano. Il 25 marzo 1981 con Costituzione apostolica di papa Giovanni Paolo II, la Diocesi prende il titolo di Sovana-Pitigliano-Orbetello, per effetto dell’unione definitiva del Tratto Toscano dell’Abbazia delle Tre Fontane alla Diocesi di Sovana-Pitigliano. La Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Siena-Colle Val d'Elsa-Montalcino appartenente alla regione ecclesiastica Toscana. Si sviluppa nella parte meridionale della provincia di Grosseto, comprendente le valli dell'Albegna e del Fiora, la costa con l'Argentario e le isole del Giglio e di Giannutri, il versante meridionale del monte Amiata, anche con il comune senese di Piancastagnaio. E' estesa su di una superficie di 2.177 Kmq e conta 72.012 abitanti. Il Vescovo attuale è mons. Giovanni Roncari che ha iniziato il suo ministero episcopale nella Diocesi domenica 29 novembre 2015.

 

Il 25 Febbraio 1995 venivano benedetti e inaugurati da parte del vescovo Monsignor Giacomo Babini, coadiuvato dai Parroci don Sandro Lusini e don Alessandro Baglioni, la Sala "Pier Giorgio Frassati" e i locali di ministero pastorale dopo i lavori di ristrutturazione e di adeguamento degli impianti.

 

Il 21 Settembre 2002 veniva costituita l'unità pastorale delle parrocchie di Albinia, Marsiliana, Polverosa e affidata ai parroci in solido don Alessandro Baglioni e don Mariano Landini.

 

Il 16 dicembre 2012, S.E. Monsignor Guglielmo Borghetti, Vescovo della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, ha celebrato l’ordinazione diaconale di Emilio Stango e Roberto Trucchi.

 

Nel 2016 venne nominato l’attuale parroco Don Antonio Scolesi e suo vicario Don Arnaldo Combi.

 

Il 7 Novembre 2020 l’organico si è arricchito con l’arrivo di Monsignor Don Pietro Natali.

 

Il  19 giugno 2021  Papa Francesco nomina Vescovo della diocesi di Grosseto Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Giovanni Roncari, Vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, unendo in persona Episcopi le Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello e Grosseto

Oggi, la cura delle anime nella Parrocchia Maria Santissima delle Grazie di Albinia è affidata a:

Don Antonio SCOLESI Parroco cellulare 328-3876075
Don Arnaldo COMBI Vicario Parrocchiale cellulare 320-6733240
Don Pietro NATALI Vicario Parrocchiale cellulare 347-6657558
Emilio STANGO Diacono Permanente  
Roberto TRUCCHI Diacono Permanente  

 

Il Rev. Padre Giovanni Roncari, O.F.M. Cap. è nato a Verona il 19 agosto 1949. Trasferitosi con la famiglia a Firenze, è entrato nel Seminario dei Frati Minori cappuccini, iniziando nel 1966 il periodo di noviziato. Il 15 luglio dell’anno successivo ha emesso la sua prima professione religiosa. Ha poi frequentato il Liceo classico interno allo studentato, proseguendo gli studi teologici fino al conseguimento del baccalaureato.

Il 20 agosto del 1972 ha fatto la professione solenne nella Provincia Cappuccina della Toscana ed il 22 marzo 1975 è stato ordinato sacerdote a Viterbo. Dopo l’ordinazione ha frequentato la Pontificia Università Gregoriana di Roma, conseguendo la Licenza in Storia della Chiesa.

Ha svolto i seguenti incarichi: Cappellano all’Ospedale fiorentino di Careggi dal 1975 al 1976; Studente della Pontificia Università Gregoriana in Roma dal 1976 al 1979; Assistente dei giovani universitari ospiti nel Convento di Pisa dal 1979 al 1980;

Vice-Direttore dei teologi, Assistente dell’Ordine Francescano Secolare e della Gioventù Francescana di Montughi (Firenze); Vicario parrocchiale di San Francesco e S. Chiara a Montughi dal 1984 al 1988 e Docente di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale dal 1988 fino ad oggi.

Nel 1992 è stato nominato Parroco di S. Francesco e S. Chiara a Montughi; dal 1998 al 2005 è stato Delegato dell’arcidiocesi di Firenze per l’Apostolato dei Laici ed Assistente ecclesiastico della Consulta diocesana per le aggregazioni laicali. Dal 2002 è Membro del Collegio dei Consultori di Firenze e dal 2012 è Vicario Episcopale per il Clero fiorentino.

Il 1º ottobre 2015  il Santo Padre Francesco lo nomina vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello. Il 21 novembre successivo riceve l'ordinazione episcopale, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze, co-consacranti Mario Meini, vescovo di Fiesole, e Guglielmo Borghetti, entrambi suoi immediati predecessori alla guida della diocesi pitiglianese. Il 29 novembre successivo prende possesso canonico della diocesi.

Il 19 giugno 2021, avendo papa Francesco unito in persona episcopi  la diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello con la diocesi di Grosseto, lo nomina vescovo anche di quest'ultima sede.