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Coro


Sappiamo bene quanto importante e di sostegno a presenza di un coro liturgico all'interno di una comunità parrocchiale soprattutto nella esecuzione dei canti liturgici durante la celebrazione eucaristica o altre attività comunitarie.

 

Diceva Sant’Agostino che “chi canta prega due volte”.

 

La musica e il canto sono da sempre legati alla preghiera. Nella Bibbia si invita spesso a cantare per ringraziare il Signore e si citano numerosi strumenti musicali dal corno all’arpa, dal flauto al tamburo, strumenti che accompagnavano le celebrazioni. Ancora oggi la musica è una parte fondamentale delle celebrazioni della Chiesa, a cominciare dalla Messa.

 

Ma non tutto può essere cantato e suonato. Non basta che una melodia o una canzone sia bella oppure orecchiabile per essere eseguita durante l’Eucaristia. La regola è che la musica liturgica renda “gloria a Dio" e aiuti i fedeli a entrare in dialogo con il Signore.


Il coro; cos'è?

Il coro, la corale e il gruppo vocale è un insieme di persone che interpretano un pezzo di musica vocale in modo coordinato. Il coro è uno strumento collettivo, guidato da un direttore, che è una persona necessaria nella sua funzione per poter unificare i criteri interpretativi


Il direttore

Fondamentalmente, un direttore ha la funzione di selezionare il repertorio dei canti, insegnare come si devono cantare e fare in modo che si cantino come lui vuole o sente la melodia. Per questo dispone delle prove nelle quali dà le molteplici sfumature che richiede uno spartito ben interpretato (piano, staccato, crescendo...). Coordina il coro in modo che l'intonazione sia sempre perfetta, dando il ritmo e la velocità d'interpretazione in modo che tutti i cantanti siano coordinati, appoggiandosi sulle espressioni facciali per contribuire ad una maggiore espressività dei pezzi.


Classificazione delle voci

A seconda dell'estensione e, genericamente, del timbro, le voci si distinguono in maschili (virili) e femminili. Partendo dalle più acute alle più gravi, le voci maschili vengono poi divise in tenore, baritono, basso; quelle femminili in soprano, mezzosoprano, contralto. Le voci dei bambini sono dette voci bianche.

Classificazione femminile.

 

1.Soprano: è la voce più acuta della donna o del bambino che è caratterizzata da un timbro chiaro e brillante. La sua estensione oscilla tra Do4 e La5. È la voce che di solito esegue la melodia principale.

 

2.Contralto: è la voce più grave delle donne e dei bambini caratterizzata da un timbro più scuro e caldo in modo da raggiungere le note più basse. La sua estensione oscilla tra Fa3 e Re5.

 

3.Mezzo-soprano: è la voce più comune delle donne, la sua estensione è tra i soprani e i contralti.

Classificazione maschile.

 

 

1.Tenore: è la voce più acuta degli uomini, ha una voce tonda e timbrata che raggiunge note alte. Oscilla tra il Si2 e il Sol4.

 

2.Basso: è la voce più grave degli uomini, il suo timbro è molto scuro e che di solito porta il ritmo in vari canti. La sua estensione è tra Mi2 e Do4.

 

3.Baritono: è la voce più comune degli uomini, la sua estensione oscilla tra quella dei bassi e dei tenori. Si situa tra il Sol2 e il MI4.

 

                 Inoltre, all'interno di questo gruppo, possiamo trovare altri tipi di voci quali:

 

4.Falsetto: è la voce dell'uomo che canta imitando l'estensione di un soprano.

 

5.Controtenore: è la voce più acuta di un uomo che raggiunge l'estensione di un contralto. Questa voce richiede una formazione specifica e di solito non è una voce comune in un coro.

 

6.Basso grave: è la voce di un uomo più grave del basso.

 

 

 

 


Classificazione dei cori

Il coro è uno strumento armonico per eccellenza, con un’estensione di circa quattro ottave. E’ formato da un gruppo di cantanti che hanno voci diverse e che sono classificate in base alla loro estensione.

 

I cori sono di solito composti da quattro voci: soprani, contralti, tenori e bassi. Ciascuna voce interpreta insieme una melodia differente, ed è grazie alla formazione di accordi differenti che si conseguono gli effetti desiderati dall’autore.

Il tipo di coro può essere classificato secondo diversi criteri:


Strumentalità.

  1. A Cappella: quando il coro canta senza accompagnamento strumentale.
  2. Concertante: quando il coro canta con accompagnamento strumentale

 

Timbro ed estensione

 

A - Voci uguali: quando contengono voci della stessa natura, voci bianche o gravi allo stesso tempo.

 

Formazioni tipiche di cori di voci bianche uguali. (Femminili)

  1. A due voci: soprani e contralti.
  2. A tre voci: soprani, mezzosoprani e contralti.
  3. A quattro voci: soprani primi, soprani secondi, mezzo-soprani e contralti.

Formazioni tipiche di cori di voci uguali gravi. (Maschili)

  1. A due voci: tenori e bassi.
  2. A tre voci: tenori, baritoni e bassi.
  3. A quattro voci: tenori primi, tenori secondi, baritoni e bassi.

Un caso particolare è quello di voci uguali che cantano all'unisono, com'è il caso dei cori di monaci specializzati nell'interpretazione del canto gregoriano.

 

B - Voci miste: quando contengono voci di differente natura, voci bianche e gravi allo stesso tempo.

  1. A quattro voci: soprani, contralti, tenori e bassi. E' la formazione più comune, conosciuta anche per la sua abbreviazione SATB.
  2. A sei voci: soprani, mezzo-soprani, contralti, tenori, baritoni e bassi.

 

 

 

 

 

1. quartetto vocale misto

 

 

 

 

2.ottetto: doppio del quartetto misto

 

 

 

 

3.coro da camera: di ridotte dimensioni (da dodici a venti membri)

 

 

 

 

4.coro sinfonico o corale: è il più comune, composto da trenta a sessanta membri

 

 

 

 

5.orfeon o grande coro: composto da più di 100 membri



NORME PER UN BEL CANTO

Il coro è una realtà ben presente nelle parrocchie italiane. Ma può cadere in alcune tentazioni che ne offuscano l’efficacia. Il coro è non un elemento estraneo all’assemblea: fa parte del popolo di Dio che vive la celebrazione. Il suo compito è di accompagnare la comunità nella lode di Dio attraverso il canto. Ma deve essere anche accompagnato dalla comunità stessa perché è a servizio di essa e non può essere autoreferenziale.

 

Il canto liturgico non è un’esibizione, quindi si deve evitare l’effetto concerto perché “la liturgia non è spettacolo ma verità”. E se il coro è chiamato a dare il meglio di sé, tutto deve avvenire secondo uno spirito di servizio.

 

Per questo proponiamo un a serie di precetti che riassume, a nostro parere, le norme basilari del coro parrocchiale.

  • Cercare di comprendere bene il senso delle parole, se non si vuole un canto senz'anima, o quel che è peggio, una preghiera senza senso;
  • Curare una dizione più perfetta possibile;
  • Si impari ad usare per le note alte la voce di testa, sì da evitare acuti stridenti e sgraziati;
  • In genere si canti a mezza voce, perchè il canto è preghiera, e meglio lo si comprenderà se si terrà un tono di voce atto a favorire il raccoglimento;
  • Regolare con molta cura la respirazione. Respirare profondamente, adagio, acquistando vigoria e padronanza sull'emissione della propria voce;
  • Terminare rallentando e diminuendo il volume della voce;
  • Cercare di fondere la propria voce con tutte le altre del coro, evitando martellamenti, suoni sforzati, portamenti di voce;
  • Curare le pause, senza peraltro renderle più frequenti del necessario e così lunghe da rompere la snellezza del brano;
  • Abbellire il canto con un pò di espressione per non limitarsi ad un continuo, monotono mezzoforte;
  • Curare anche la posizione del corpo, perchè anche essa favorisce il bel canto.

Per questo proponiamo un a serie di precetti che riassume, a nostro parere, le norme basilari del coro parrocchiale.

 

  • L'azione liturgica si riveste di una forma più nobile quando gli uffici si celebrano solennemente con canti e in essi intervengono servi consacrati e il popolo partecipa attivamente (S.C. 113).
  • La Chiesa universale riconosce il canto come un tesoro di valore inestimabile, per cui la musica sarà più santa quanto più sarà intimamente unita all'azione liturgica. Per questa ragione, i canti che si scelgono per la Messa devono essere i più adatti alla liturgia. (S.C. 112)
  • E' necessario saper vivere intensamente la liturgia per poter intonare i canti adeguati all'Anno Liturgico.
  • La liturgia è l'azione nella quale Dio è perfettamente glorificato e gli uomini santificati. (S.C. 7)
  • I testi destinati al canto devono essere d'accordo alla dottrina cattolica e ancor più devono prendersi principalmente dalla Sacra Scrittura e dalle fonti liturgiche. (S.C. 121)
  • Il canto deve usarsi compiendo le disposizioni della Messa e dei Sacramenti.
  • E' conveniente incoraggiare con impegno il canto in tutta l'azione liturgica perché così risuonino le voci del popolo.
  • Nella celebrazione si ammettono anche, oltre all'organo, altri strumenti, sempre che sia adatti o possano adattarsi all'uso sacro e contribuiscano all'edificazione dei fedeli. (S.C. 120)
  • Il canto liturgico serve per esprimere ogni tipo di preghiera, di lode, perdono, richiesta, riconciliazione, guarigione, liberazione.
  • Nessuno può cambiare la liturgia, aggiungerle o toglierle qualcosa di propria iniziativa, anche fosse un sacerdote. (S.C. 22;3)
  • I compositori cristiani compongano opere che presentino caratteristiche di vera musica sacra e che non solo possano essere cantate dalle maggiori "scholae cantorum"; ma che anche siano alla portata dei cori più modesti e incoraggino la partecipazione attiva dell'assemblea dei fedeli. (S.C. 121)
  • Si incoraggi con impegno il canto religioso popolare. (S.C. 118)
  • Ogni canto liturgico deve esprimersi con musica propria e adeguata al momento che si celebra. Nessun canto liturgico deve essere interpretato con musica di temi commerciali e popolari.

Concludendo, diamo uno sguardo su quelli che sono i suggerimenti più importanti per la comprensione di una scelta oculata dei canti rituali della messa e del momento liturgico dove essi sono inseriti.

 

Canto d'ingresso

E’ la preparazione per cominciare la Santa Messa.
Il popolo deve stare in piedi perché significa "Il camminare del popolo di Dio";
Si canta da quando inizia a camminare il sacerdote e termina al momento che arriva alla sede.  

Nel caso si porti l'incenso il canto continua finché il sacerdote arriva alla sede.
Il suo fine è motivare il pensiero alla celebrazione liturgica,
accompagna la processione del sacerdote e dei ministri,
dev'essere un canto allegro che inviti la comunità a partecipare all'Eucaristia,
il canto può basarsi sull'Antifona d'entrata.


Signore pietà
E’ l'acclamazione dei fedeli che chiedono misericordia;
è un canto di riconciliazione;
se non si canta si recita;
si canta e si suona generalmente in una tonalità minore, perché dà un raccoglimento più profondo;
si può fare con la ripetizione delle acclamazioni.


Gloria
E’ un inno che glorifica Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo;
d'accordo al tempo liturgico, non si canta in tempo di Quaresima e di Avvento;

si canta di domenica e nei giorni di festa;
il Gloria si deve cantare essendo un inno.


Salmo
E’ la risposta del popolo alla Parola di Dio;
preferibilmente dev'essere il salmo corrispondente al giorno;
si può cantare il salmo completo;
si può cantare la parte che ripete il popolo e le altre si leggono;
si può leggere il salmo, non è indispensabile che si canti;
si può cantare un salmo somigliante anche se non sia lo stesso;
non si deve intonare qualsiasi altro canto.


Alleluia
E’ una lode di acclamazione al Vangelo.
Liturgicamente non si deve omettere né aggiungere nessuna parola;
deve permettere la lettura dell'acclamazione in mezzo al canto o includerlo nel canto stesso;
in tempo di Quaresima l'espressione "alleluia" si cambia in "Onore e gloria a te Signore";
se non si canta si può omettere.


Canto per la presentazione dei doni
E’ un canto d'offerta del pane e del vino;
il testo del canto deve riferirsi alla trasformazione del pane e del vino, in Corpo e Sangue di Cristo;
si inizia a cantare quando inizia il rito dell'offerta (offertorio).


Santo
Non si deve cambiare, togliere o aggiungere nessuna parola;
di preferenza deve cantarsi.


Padre nostro
Non si deve cambiare, togliere o aggiungere nessuna parola;
si può cantare o recitare;
non si deve cantare con musica adattata di canzoni commerciali.


Agnello di Dio
Il canto dell'Agnello di Dio non può né deve essere sostituito dal canto della pace, né da nessun altro canto;
dev'essere cantato da tutta l'assemblea;
può ripetersi varie volte per accompagnare la frazione del pane;
si concluderà con: "dona a noi la pace".


Canto alla Comunione
Dà al popolo un ambiente propizio per la meditazione;
di preferenza dev'essere un canto che parli del Corpo e Sangue di Cristo come alimento;
può essere un canto relazionato al Vangelo;
può essere un canto relazionato all'antifona della comunione;
solo nelle feste della Vergine può essere intonato un canto a Maria.


Canto di riflessione o di ringraziamento
Da prolungarsi oltre il primo canto durante la distribuzione dell'Eucaristia, è possibile e dipendendo sempre dal momento, interpretare un canto molto soave di riflessione.

Che aiuti alla meditazione.
Non forzare questo momento, dobbiamo imparare a mantenere silenzio nel momento adeguato.


Canto Finale
Può essere un canto che invita a rendere vita l'Eucaristia;
può essere un canto allegro di azione di grazie;
è l'invio, sentendoci popolo, di camminare uniti verso il mondo, liberamente;
può essere un canto alla Vergine.